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Elezioni Politiche 2006
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Diciamolo a Ciampi, a Berlusconi e a Prodi: l’Unione ha trecentomila voti più della destra
Da EUROPA del 15 Aprile 2006.

FEDERICO ORLANDO RISPONDE

Cara Europa, grazie per la sollecitazione a Ciampi affinché dia subito l’incarico a Prodi e non sia il medico pietoso che fa la piaga cancrenosa.
Non si tratta di tirare il presidente, che abbiamo tanto amato, per la giacchetta. Si tratta di prendere atto al Quirinale che la vittoria del centrosinistra c’è stata ed è molto più netta di quanto non dicano i 27 mila voti di differenza alla camera, sulla cui esiguità l’eversore di palazzo Chigi contava per “cambiare” il risultato.
MARIA CHABOD, AOSTA.
Cara signora, forse dalle vostre altissime cime le cose si vedono più chiare che dai nostri modesti colli romani. In realtà il presidente Ciampi avrebbe manifestato, prima del voto, questo orientamento: se il risultato fosse stato netto per una delle due coalizioni, l’incarico per il governo sarebbe venuto non appena costituito il nuovo parlamento (28-30 aprile); se il risultato non fosse stato netto, formare il nuovo governo sarebbe spettato al nuovo presidente della repubblica, per eleggere il quale si comincerà a votare il 18 maggio. Se fosse vero che Ciampi ha scelto il secondo corno del dilemma, vorrebbe dire che egli regalerebbe al paese almeno tre o quattro settimane (tutto il mese di maggio, in pratica) di governo-non governo Berlusconi: nel senso che lo sconfitto resterebbe a Palazzo Chigi fino all’arrivo del nuovo presidente del consiglio.
E chi conosce la cultura padronale e antidemocratica di Berlusconi teme molto da quella permanenza anomala.
Ma perché Ciampi avrebbe scelto i tempi lunghi? A mio giudizio, per un ossequio eccessivo alla lettera della legge-porcata. Come lei sa meglio di me perché vive ad Aosta, la legge-porcata esclude lei e i suoi centomila concittadini valdostani, che votate col sistema maggioritario uninominale per eleggere il vostro deputato, dal calcolo su piano nazionale dei voti proporzionali che fanno scattare il premio di maggioranza. Non contesto questa esclusione dal calcolo del premio. Contesto invece che, quando si dice «l’Unione ha vinto con soli 27 mila voti di maggioranza», si escludano tutti gli altri italiani che hanno votato per l'Unione, come voi valdostani, nonché gli italiani all’estero: tutti elettori di serie B, tutti elettori che votano, eleggono deputati, ma non contano quando si tratta di fare la somma dell’elettorato reale dell’una e dell’altra coalizione. E allora ricordo che i voti della Valle d’Aosta sono andati per oltre il 70 per cento a formazioni di centrosinistra (43,4 per cento a Autonomie, che ha eletto il deputato, 30,7 a Vallée, 1,4 ai pensionati) e meno del 30 per cento alla destra (Forza Italia e An 17, fascisti vari 2,5, leghisti 2, Udc 2,9). E così, cara signora, i nostri poveri 27 mila voti di maggioranza diventano quasi centomila. Se poi aggiungiamo gli italiani all’estero, che hanno dato 43,3 per cento (e 6 seggi) all’Unione, 2,8 per cento e un seggio all’Italia dei Valori, 10,5 e un seggio a Italiani in Sudamerica, (totale oltre 600 mila voti); contro il 20,8 e tre seggi a Forza Italia, 66 mila all’Udc, 22 mila alla Lega, 7,5 e un seggio alla lista Tremaglia (totale 400 mila voti), vedrà che alla fine il corpo elettorale complessivo ha dato al centrosinistra oltre 300 mila voti in più del centrodestra. Risultato netto: nel 2001 Berlusconi vinse con 600 mila voti, non con milioni di voti. Qualcuno cominci a dirlo, nei Palazzi, nelle tv, nei giornali.

 

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