Par
condicio di genere alle politiche del 2011?
Lettera
aperta ai segretari nazionali e regionali dei Partiti che si presentano
alle elezioni politiche
e p.c. agli enti televisivi
Gentilissimi
signori,
come
è noto la legge 28 del 2000 regolamenta in maniera puntuale
la “par condicio” sui media tra i soggetti politici
che si presentano alle elezioni.
Purtroppo non si è provveduto a regolamentare una “par
condicio”di genere e, in attesa che intervenga una apposita
legge, abbiamo potuto tutti constatare, come rilevato in una recente
indagine condotta dalla Fondazione Maria Bellisario, che le candidate
donne, già fortemente penalizzate dai nuovi meccanismi elettorali
introdotti con la recente riforma approvata in Parlamento, hanno
avuto l’opportunità di scarsissime presenze e che altrettanto
scarse sono le giornaliste che conducono trasmissioni “politiche”.
Tale situazione è preoccupante, non solo perché aggiunge
un ulteriore elemento che riduce, anziché favorire una maggiore
presenza delle donne in politica, ma perché fa mancare, nelle
discussioni che precedono il voto, la visione dalla parte delle
donne ed aumenta il distacco della maggioranza delle donne dalla
politica, evidenziato da una recente ricerca ISTAT.
Ricordiamo che la stessa sentenza della Corte costituzionale che
abolì nel 1995 le quote dei candidati dell'uno e dell'altro
sesso, individuò nella partecipazione delle donne alla vita
politica, da facilitare mediante meccanismi riferiti ai partiti,
il livello più adatto ad assicurare la presenza paritaria
delle donne nella vita pubblica e nelle cariche rappresentative.
La stessa sentenza affermò: "A risultati validi si può
quindi pervenire con un'intensa azione di crescita culturale che
porti partiti e forze politiche a riconoscere la necessità
improcrastinabile di perseguire l'effettiva presenza paritaria delle
donne nella vita pubblica e nelle cariche rappresentative in particolare."
Come confermano esperienze positive in altri paesi si tratta di
una strada praticabile con successo.
.La questione è perciò nelle vostre mani e vogliamo
sperare di non essere ancora una volta deluse. Vi invitiamo, pertanto,
a considerare l’opportunità, in questi ultimi giorni
della campagna elettorale,di aprire gli spazi assegnati in base
alla legge sulla “par condicio” ad un numero di donne
non rapportato a criteri già in partenza penalizzanti, come
quello della presenza come capolista, ma, al contrario, che diano
voce alle donne candidate in misura pari a quella dei candidati
uomini ed a assumere l’impegno, nel prossimo Parlamento, di
regolamentare la “Par condicio di genere”.
Fiduciose che le inconfutabili circostanze che denunciamo dovrebbero
preoccupare coloro che hanno a cuore le sorti della nostra democrazia,
aspettiamo, oltre ad una vostra risposta formale a questo nostro
appello, anche un concreto segnale consistente in dibattiti elettorali
(che spesso vertono su temi che riguardano le donne più ancora
degli uomini), svolti da donne e uomini in proporzione corrispondente
alla composizione demografica del Paese
Roma, 29 marzo 2006 Aspettare stanca
aspettarestanca@tiscali.it
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