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Elezioni Politiche 2006
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Par condicio di genere alle politiche del 2011?

Lettera aperta ai segretari nazionali e regionali dei Partiti che si presentano alle elezioni politiche
e p.c. agli enti televisivi

Gentilissimi signori,

come è noto la legge 28 del 2000 regolamenta in maniera puntuale la “par condicio” sui media tra i soggetti politici che si presentano alle elezioni.
Purtroppo non si è provveduto a regolamentare una “par condicio”di genere e, in attesa che intervenga una apposita legge, abbiamo potuto tutti constatare, come rilevato in una recente indagine condotta dalla Fondazione Maria Bellisario, che le candidate donne, già fortemente penalizzate dai nuovi meccanismi elettorali introdotti con la recente riforma approvata in Parlamento, hanno avuto l’opportunità di scarsissime presenze e che altrettanto scarse sono le giornaliste che conducono trasmissioni “politiche”.
Tale situazione è preoccupante, non solo perché aggiunge un ulteriore elemento che riduce, anziché favorire una maggiore presenza delle donne in politica, ma perché fa mancare, nelle discussioni che precedono il voto, la visione dalla parte delle donne ed aumenta il distacco della maggioranza delle donne dalla politica, evidenziato da una recente ricerca ISTAT.
Ricordiamo che la stessa sentenza della Corte costituzionale che abolì nel 1995 le quote dei candidati dell'uno e dell'altro sesso, individuò nella partecipazione delle donne alla vita politica, da facilitare mediante meccanismi riferiti ai partiti, il livello più adatto ad assicurare la presenza paritaria delle donne nella vita pubblica e nelle cariche rappresentative.
La stessa sentenza affermò: "A risultati validi si può quindi pervenire con un'intensa azione di crescita culturale che porti partiti e forze politiche a riconoscere la necessità improcrastinabile di perseguire l'effettiva presenza paritaria delle donne nella vita pubblica e nelle cariche rappresentative in particolare."
Come confermano esperienze positive in altri paesi si tratta di una strada praticabile con successo.
.La questione è perciò nelle vostre mani e vogliamo sperare di non essere ancora una volta deluse. Vi invitiamo, pertanto, a considerare l’opportunità, in questi ultimi giorni della campagna elettorale,di aprire gli spazi assegnati in base alla legge sulla “par condicio” ad un numero di donne non rapportato a criteri già in partenza penalizzanti, come quello della presenza come capolista, ma, al contrario, che diano voce alle donne candidate in misura pari a quella dei candidati uomini ed a assumere l’impegno, nel prossimo Parlamento, di regolamentare la “Par condicio di genere”.
Fiduciose che le inconfutabili circostanze che denunciamo dovrebbero preoccupare coloro che hanno a cuore le sorti della nostra democrazia, aspettiamo, oltre ad una vostra risposta formale a questo nostro appello, anche un concreto segnale consistente in dibattiti elettorali (che spesso vertono su temi che riguardano le donne più ancora degli uomini), svolti da donne e uomini in proporzione corrispondente alla composizione demografica del Paese


Roma, 29 marzo 2006 Aspettare stanca
aspettarestanca@tiscali.it

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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