Indicazioni
e suggerimenti
A posteriori, l’esperienza fa ritenere che l’insieme previsto di azioni sinergiche, conseguenti e convergenti ha nel complesso funzionato.
Sembra perciò che la formula possa essere adatta alla specifica situazione
italiana. Nel nostro Paese non mancano donne in gamba, colte, attive, competenti,
piene di idee e di capacità di iniziativa per la vita collettiva. Ma questo
potenziale troppo spesso rimane allo stato di “sospensione”: non riesce cioè
a dar luogo a una realtà ben visibile, ben delineata, consistente, e riconoscibile
nel suo valore.
Tuttavia, volendo replicare la sperimentazione sarebbero utili degli aggiustamenti.
Per
avere più donne in lista e farne candidate forti, un’attività tipo quella sperimentata deve
partire prima del periodo in cui ufficialmente si preparano le liste (che
devono essere presentate a 30 giorni dalle elezioni). E’ vero che gli ultimi
giorni prima della scadenza e, a volte, addirittura le ultime ore sono determinanti
per decidere chi è dentro (e in quale posizione) e chi è fuori, ma molte delle
scelte principali avvengono prima. D’altronde è evidente che individuare le
candidate per tempo è possibile solo se c’è un minimo di presenza di donne
già attive in loco. La formula del Tavolo partecipativo potrebbe essere adottata
proprio per far crescere in tempo presenze utili e accrescere visibilità e
credibilità.
Sarebbe d’aiuto una linea guida per l’impostazione dei tavoli di partecipazione
o di coalizione territoriale, da condividere tra team e destinatarie.
Non
va trascurata la questione della conciliazione, che non rientrava strettamente
negli ambiti della sperimentazione, ma è stata sollevata in alcuni incontri,
soprattutto con riferimento all’occupazione femminile.
Alla
stessa si è con forza richiamata la Presidente della Commissione Affari Comunitari
e internazionali della Regione nel proprio intervento all’evento conclusivo.
Comunque,
con l’intento di indurre in seguito le amministrazioni a fare altrettanto,
nel corso della sperimentazione è stata posta attenzione ad adottare comportamenti
che facilitino la presenza di giovani genitori, mettendo a disposizione un
servizio di Baby sitting sia in occasione della presentazione del Progetto
a Formello, sia per l’evento pubblico di Bracciano.
Per
la costituzione di una rete di collaborazione permanente tra donne concretamente o potenzialmente impegnate
nella sfera pubblica e creare le premesse per un controllo sociale degli impegni
assunti in campagna elettorale, la Sperimentazione
dovrebbe estendersi nella fase successiva alle elezioni per un periodo più
lungo.
Visto che le elezioni si svolgono sempre in primavera-estate,
è inevitabile incappare nella lunga pausa estiva e ripartire avendo poche
settimane a disposizione riduce l’effettivo impatto delle iniziative.
Questa circostanza è stata anche all’origine dell’impossibilità
di coinvolgere le scuole: la programmazione delle attività viene fatta all’inizio
dell’anno scolastico, quando ancora si stavano riprendendo le fila del lavoro.
Protrarre la sperimentazione permetterebbe poi di integrarla
con un elemento importante e necessario: cioè con un momento di formazione
rivolto alle destinatarie accuratamente calibrato sulle disponibilità e sulle
loro diverse storie.
E’
da premettere che l’Associazione Aspettare stanca sin dalla sua fondazione
ha messo a frutto l’uso delle tecnologie, sia per l’operatività interna, sia
per le proprie iniziative, sia per creare reti.
L’ottima
diffusione in rete che caratterizza l’associazionismo delle donne, nel quale
elementi positivi e innovativi non mancano, aveva già consentito un veloce
avvio delle attività dell’Associazione.
Anche
nel corso della sperimentazione INTERNET si è dimostrato ancora una volta
uno strumento che non richiede grossi impegni economici e facilita l’operatività
anche di una piccola Associazione. Il sito del Progetto e l’uso della posta
elettronica sono stati i principali mezzi utilizzati.
L’utilizzo
della Piattaforma informatica ha assunto, se possibile, ancora maggiore importanza
nei confronti delle beneficiarie e dei beneficiari indirette/i.
L’uso in particolare dell’invio di aggiornamenti sulla sperimentazione mediante messaggi di posta elettronica è risultato bene accettato, non considerato invasivo e non solo ha consentito di raggiungere un buon numero di beneficiarie indirette, ma è destinato a fare in modo che la sperimentazione sia l’avvio di un’operazione “culturale” destinata a diffondersi ancora nel tempo e con strumenti vari.
E’ bene che il team che opera sia fin dall’inizio organizzato per collegamenti tramite INTERNET, mettendo in comune l’agenda e le mail tra tutti i membri del team. Bisogna che si imposti da subito un metodo di gestione e lo si ridiscuta e eventualmente aggiorni in corso d’opera, in modo da sfruttare al massimo col minimo sforzo questa importante potenzialità.
Inoltre
sarebbe più utile e attraente proporre l’uso dei mezzi alle candidate in termini
non tanto tecnici quanto di contenuti e rapporti interessanti per una donna
in politica.
Infine, protrarre la sperimentazione per alcuni mesi dopo l’insediamento delle Giunte permetterebbe forse di riproporre in un momento più adatto l’alfabetizzazione informatica.
In conclusione, riteniamo che la Sperimentazione abbia permesso di mettere alla prova di validità sia una formula di azioni sinergiche e convergenti adattabili ai vari contesti, sia singoli strumenti e linee di lavoro. Come si è dettagliatamente riportato, non sono mancati né l’impegno concreto, sia pure in forme, tempi e modalità diverse, né i risultati.
Roma,
11 febbraio 2008
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