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Elezioni Politiche 2006
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«Valutare con sapienza i programmi»
Elezioni politiche 2006
Bartolomeo Sorge S.I.
«Aggiornamenti Sociali», Editoriale – marzo 2006.

Il Messaggio per la Quaresima 2006 di Benedetto XVI contiene una indicazione che cade opportuna alla vigilia delle elezioni politiche. Dopo aver affermato che la Chiesa ritiene come compito proprio di chiedere ai responsabili del potere politico di «promuovere uno sviluppo basato sul rispetto della dignità di ogni uomo», il Papa sottolinea che i valori religiosi svolgono un ruolo centrale nella vita dell’uomo, sia perché rispondono ai suoi più intimi interrogativi, sia «quale motivazione etica rispetto alle sue responsabilità personali e sociali»; quindi conclude: «Sono questi i criteri in base ai quali i cristiani dovranno imparare anche a valutare con sapienza i programmi di chi li governa» (L’Osservatore Romano, 1 febbraio 2006, 5).
«Valutare con sapienza i programmi». È quanto dobbiamo fare per compiere una scelta illuminata il 9 aprile. «Con sapienza» significa non considerare solo l’uno o l’altro aspetto positivo o negativo di un programma, ma valutare il progetto nel suo insieme.
La Casa delle Libertà, disponendo di una forte maggioranza, ha potuto fare tutto quello che ha voluto per una intera legislatura. Sappiamo quindi con chiarezza quale modello di società essa perseguirebbe, qualora fosse riconfermata al Governo per altri cinque anni. Dell’Unione, invece, essendo rimasta all’opposizione, è possibile solo dire – alla luce del suo programma – che il modello a cui mira è alternativo a quello della Casa delle Libertà. Proprio per questo, la scelta del 9 aprile non è tra due leader, ma tra due progetti di società: quale Italia vogliamo?
Vogliamo un’Italia in cui la democrazia rappresentativa e lo Stato di diritto siano rimpiazzati da una gestione «monarchica» e «carismatica» del potere (come l’hanno definita M. Follini e P. F. Casini), stravolgendo la struttura stessa della Costituzione repubblicana? Vogliamo che il potere giudiziario finisca sotto il controllo del premier, il quale, oltre a disporre del potere legislativo ed esecutivo, condiziona già quello economico e mediatico? Vogliamo che interessi particolari e personali continuino ad avere la precedenza sul bene comune, grazie a condoni e a leggi ad personam? Vogliamo un federalismo competitivo nei confronti dello Stato, come quello imposto dal ricatto leghista, abbandonando al loro destino le Regioni meno favorite, a cominciare dal Sud? Vogliamo un’Italia «euroscettica», con una politica estera sbilanciata verso gli Stati Uniti?
Oppure vogliamo un’Italia a democrazia matura, con un federalismo solidale, in accordo con la Costituzione? Un’Italia in cui il potere politico sia attento alle necessità dei ceti più deboli, che attui la riforma dello Stato sociale senza smantellarlo? Un Governo che metta ordine nei conti pubblici senza nascondere la verità ai cittadini, che dia la precedenza allo sviluppo del Mezzogiorno sulla costruzione di opere faraoniche? Vogliamo un’Italia governata da una classe politica libera da conflitti di interesse, che ....
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