La
sperimentazione come enzima
In Italia, per varie ragioni, c’è un buon
numero di donne che hanno avuto esperienze politiche forti, ma non sempre
utilizzate pienamente e un numero ancora più alto di donne dotate
di potenzialità, ma lontane dall’attività politica
o emarginate in ruoli subalterni. Questo è dovuto a molti fattori:
da un lato la politica italiana, caratterizzata dalla presenza di oligarchie
composte prevalentemente da uomini, da lungo tempo marginalizza le donne
e i giovani e riduce l’impatto del loro potenziale; dall’altro
c’è una tendenza, anche propria di parecchie donne, (soprattutto
quelle non giovanissime), a tenersi più su una politica di contenuti
o anche locale e su battaglie non esclusivamente di protagonismo personale.
Uno degli aspetti più interessanti della sperimentazione che si
è sempre più evidenziato, è che ha moltiplicato e
allargato il valore e l’utilità di rapporti e competenze
preesistenti nel Gruppo di lavoro (nel nostro caso costituito principalmente
da socie e aderenti di Aspettare stanca).
Questo potenziale è stato messo a disposizione di tutte e di tutti
creando un contesto nuovo, per fare un passo in avanti.
Rivalutandolo a posteriori, un altro tratto caratteristico del nostro
Progetto Sperimentale è stata la sua natura “enzimatica”.
In chimica, un enzima aiuta a scatenare e/o a moltiplicare la reazione
chimica a cui viene applicato. Gli ingredienti per avere un certo risultato
esistono già tutti. Ma in certe situazioni la reazione chimica
senza l’enzima o non avviene proprio, o avviene molto più
lentamente. Osservando come funzionava il nostro Progetto, in realtà,
in tutte le situazioni esistevano già tutti gli ingredienti perché
potenzialmente le donne facessero una parte di rilievo in politica: c’erano
donne in gamba, magari c’erano realtà locali di riferimento,
ecc.
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